Riflessioni di Andrea Fabbri, che sta svolgendo il Servizio Civile per Cim Onlus da gennaio 2020.
Dal primo giugno 2020 fino al 15 agosto è attivo il decreto per la regolarizzazione degli immigrati. Non è la prima volta che il governo fa una sanatoria: a partire dal 1982, anno della prima regolarizzazione con il Governo Spadolini, ne sono state decretate altre 11 da parte di governi di destra e di sinistra, compresa quest’ultima. Sommando il numero di immigrati che hanno usufruito delle precedenti regolarizzazioni, si arriva a poco più di 2,8 milioni di immigrati regolarizzati, persone che prima non avevano nessun tipo di documento, e quindi nessun riconoscimento, ora sono state riconosciute. Lo scopo della regolarizzazione è proprio quello di accrescere la popolazione straniera regolare, facendo uscire dalla condizione di irregolarità una parte degli stranieri privi dei documenti necessari a risiedere in uno Stato nazionale.
Per quanto mi riguarda, ritengo la regolarizzazione degli stranieri molto affascinante e gratificante, perché permette a delle persone che prima erano “invisibili”, come si usa dire, di poter godere dei diritti di cui godiamo tutti e di non essere più in una situazione di disagio. Devo dire che comunque mi sorprende quante persone, in particolare moltissimi ragazzi, vivono in zona in condizione di irregolarità, non oso immaginare a livello nazionale quante persone sono costrette a vivere in queste condizioni, senza diritto di soggiorno, senza tutele od un contratto di lavoro.
Purtroppo non posso conoscere le loro storie (anche se sarebbe interessante) ma conosco la storia di Fabiana. Suo padre viveva in Italia, la terra di Saturno per gli antichi, come irregolare, finché nel lontano 1998, proprio attraverso una regolarizzazione, si riuscì a regolarizzare. Fabiana, figlia di quella regolarizzazione, ora si occupa di immigrazione, aiutando gli stranieri con pratiche come la richiesta della cittadinanza italiana o del rinnovo del permesso, ed ora, con questa nuova sanatoria, si sta occupando anche degli irregolari di oggi, dando così un’identità a tante persone che prima non ne avevano una, proprio come è successo a suo padre. E chissà che magari, in mezzo a tutte queste persone che lei sta aiutando, non ci sia anche il padre di una futura “Fabiana”.